Studio Legale Silva

lunedì 10 settembre 2012

La mail ingiuriosa al capo può comportare il licenziamento

Scrive una mail insultante verso il capo e perde il lavoro. Il licenziamento è confermato dalla Cassazione (sentenza 14995/12).
Un lavoratore è stato licenziato in tronco da una azienda per aver spedito e-mail dal contenuto ingiurioso all’ad della società, al direttore del personale e al suo diretto superiore.
A sua discolpa, l’impiegato ha sempre sostenuto di essersi sentito svuotato dalle mansioni e di avere inviato le mail «turbato per l’emarginazione».
Secondo la Cassazione «la gravità delle espressioni utilizzate travalicano il diritto di cronaca e sono riconducibili a ingiuria e diffamazione».
Le mail con gli insulti erano state inviate «lucidamente» dal dipendente che, come sostenuto dalla difesa, voleva appunto manifestare per iscritto il disappunto per l’emarginazione subita.
Il licenziamento era stato convalidato dal Tribunale e dalla Corte d’appello.
Inutile il ricorso del lavoratore in Cassazione. La Suprema Corte ha osservato che «la corte d’appello, dopo avere evidenziato il contenuto offensivo del messaggio e la sua diffusione tra più persone che non erano solo i diretti destinatari, ha spiegato, con motivazione congrua, che erano condivisibili le argomentazioni sul carattere proporzionato della sua sanzione esplusiva, in considerazione delle gravità delle espressioni usate che travalicano il diritto di cronaca».
Il dipendente dovrà sborsare anche tremila euro per le spese processuali.

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