Studio Legale Silva

lunedì 12 marzo 2012

Lavoro, «modello tedesco» per la riforma dell'articolo 18.

L'esecutivo Monti procede per tappe nella trattativa sulla riforma del mercato del lavoro che dovrà concludersi entro una decina di giorni. Il round di oggi pomeriggio, il sesto presso il ministero del Lavoro, tra governo e parti sociali, non sarà quello decisivo ma servirà a mettere alcuni punti fermi sui contratti e gli ammortizzatori sociali, la parte dell'accordo che divide di meno.
Articolo 18. Secondo la proposta, l'articolo 18, così com'è, resterebbe solo per i licenziamenti discriminatori. Per i licenziamenti economici, secondo la proposta del leader della Cisl, Raffaele Bonanni, è previsto un controllo da parte del giudice limitato alla verifica che non si tratti di un licenziamento discriminatorio. Ma il giudice non potrà sindacare sull'effettività del motivo economico-organizzativo. Il licenziamento seguirà una procedura sindacale e non ci sarà un diritto al reintegro ma solo a un congruo indennizzo.
Il terzo tipo di licenziamento è quello chiesto dalle imprese e riguarda i motivi disciplinari: in questo caso oggi il lavoratore, se il giudice ritiene che non esista il giustificato motivo, ottiene reintegro e indennizzo. Con la riforma invece avrebbe diritto, a discrezione del giudice, al reintegro o all'indennizzo fino a 18 mensilità, secondo il modello tedesco

Questo articolo, tratto dal "Corriere" di oggi (12/3/2012) fa capire quanto sia artificiale e priva di significato reale l'attuale polemica sull'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori.
Tutti i punti di cui alla proposta sono già presenti e previsti nell'odinamento oggi vigente con un unico distinguo: dove si dice che deve essere il Giudice a decidere se si deve procedere al reintegro o all'indennizzo oggi è previsto che sia il lavoratore a scegliere, il quale opta per oltre il 99% dei casi per l'indennizzo.
Se questa è la riforma che cambierà in meglio il mercato del lavoro in Italia, sono molto preoccupato!

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