Studio Legale Silva

venerdì 1 febbraio 2013

Essere un sindacalista non salva dal licenziamento per giusta causa



Il fatto di essere un sindacalista e cioè, ad esempio, una RSU o un membro di una organizzazione sindacale interna di un’azienda, con la conseguenza di avere ciò che in gergo si definisce “l’immunità sindacale” non evita il licenziamento per giusta causa.
Il dipendente all’epoca era membro del collegio dei probiviri del Gruppo aziendale. Lo ha stabilito la Corte di cassazione, sentenza 895/2013, rigettando il ricorso di un agente licenziato per aver omesso di versare alla società premi di polizze assicurative da lui riscosse.
A nulla è valso il proscioglimento in sede disciplinare dall’Autorithy di vigilanza Isvap. Né l’accordo aziendale che prevedeva la non risolubilità dei rapporti con gli agenti che ricoprivano incarichi sindacali prima dello scadere del triennio. Entrambe le guarentigie non operano “in ipotesi di comprovata giusta causa”.
Non solo, in merito al ricorso presentato dall’ex dipendente, la Suprema corte ha ricordato di non poter entrare nella valutazione di merito che ha ritenuto, con motivazione completa ed immune da vizi logici, “illegittimo e tardivo” il versamento da parte dell’agente delle somme trattenute, e “speciose le giustificazioni da lui offerte”. Era dunque “sussistente la giusta causa”.

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